Andrea Pancini con "L'immigrante" al Premio Campiello 2017: "L'unica salvezza nella vita è il riscatto"
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- Scritto da Redazione Radio Italia 5
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"È un grande privilegio quello di poter scrivere. Un onore che ho cercato di meritare provvedendo parole misurate, posate per carezzare la verità senza ferirla. Per questo preferisco i paesaggi a chi li anima. Non so bene chi sia stato Abdul al-Rahman e nessuno più di me. So che è stato qualcosa di fugace, che per poco s’è lasciato intrattenere; qualcuno di passaggio: “al-Dākhil”, l’Immigrante". Parole di Andrea Pancini, scrittore casentinese il cui "L'immigrante. L'unica salvezza nella vita è il riscatto, edito da Fondazione Mario Luzi, è candidato al Premio Campiello 2017. Lo ha intervistato Guido Albucci
Andrea Pancini con "L'immigrante" al Premio Campiello 2017: "L'unica salvezza nella vita è il riscatto"
Caricato Venerdì 28 Aprile 2017 in Music & News | 2150 visualizzazioni
"Credo - continua Pancini - di essermi posto la domanda giusta e di averne dato conto: dov’è vissuto al-Dākhil? L’Immigrante ha vissuto un acquarello di velature che attraversa deserti, vaghi come fondali, e montagne, sfumate dalla bruma, città crepuscolari ed oasi incerte. Passando il suo tempo a traguardare il vuoto di chi stenta a riconoscere un volto amico dentro un paesaggio familiare. Sull’orizzonte indefinito di un mondo viziato da una precoce miopia: quella di Abu Ja’far. Il colore dell’immigrante è la solitudine d’un’eccezione ed io, per quel che ho potuto, ho bagnato il pennello e l’ho lasciato scivolare. Il foglio era ancora umido per cui il tratto è riuscito incerto: gorato di parole eternamente cangianti.
SINOSSI
“L’Immigrante” (in Arabo, al-Dākhil) è un romanzo storico ed il primo volume di una trilogia, che si completa con “Il Falcone dei Quraish” (in Arabo, Saqr Quraish) e “L’Eccelsa” (la capitale di al-Andalus, Cordova), dedicata ad Abdul al-Rahman I, fondatore del Califfato Omayyade di al-Andalus. Disciplinata secondo le tre età della vita (giovinezza, maturità e senilità), questo primo volume di un più vasto progetto letterario, accompagna il lettore lungo la formazione del futuro Emiro di Cordova destinato, dalla nascita, al Califfato di Damasco e costretto, dalla Rivoluzione Abbaside, ad un viaggio che ricorda da vicino l’Odissea.
Il libro procede alla ricostruzione storica dell’universo mediterraneo nell’VIII secolo e della cultura Islamica, arricchendo un racconto picaresco con incisivi approfondimenti storico-filosofici. Una storia coinvolgente che registra il viaggio di un fanciullo verso la maturità entro la luce ambigua del medioevo, nella quale si realizza la crisi di un mondo, che non è più, fra i bagliori di un nuovo ordine che non si è ancora consolidato. L’antefatto si svolge durante la resa della Mecca al Profeta Muhammad: nel momento di passaggio dal Politeismo al Monoteismo da parte dei Beduini Arabi. La scena, che si apre durante il Califfato Omayyade di Damasco, presenta un bambino di 8 anni e futuro Califfo già designato. A scombussolare un destino già segnato, provvede la Rivoluzione Abbaside che, abbattendo il potere Omayyade, condanna Abdul al-Rahman ad una rovinosa fuga ed ad un’esistenza raminga. Ma il giovane Principe non si arrende al fato ed intraprende un viaggio verso Occidente in cerca di riscatto. Inizia un'avventura fra le rovine del mondo antico, le genti che popolano l’ecumene e la cultura del suo tempo, lungo un fiume che s’insinua progressivamente ad Ovest verso un Far West che ricorda da vicino il mito della frontiera. Lungo il percorso, Abdul al-Rahman incontrerà l’illusione, l’amicizia, la disillusione, la sconfitta, la prigionia quanto lo sconforto ed il successo. Incrocerà personaggi unici ed avrà modo di costruire, di nuovo, la propria famiglia, in un dialogo serrato, a distanza, con un antieroe straordinario: Abu Ja’far, fondatore di Baghdad e capostipite della dinastia Abbaside. L’Epilogo si svolge in Spagna dove Abdul al-Rahman fonderà il primo Emirato dell’Islam, avviando un nuovo modello sociale passato alla storia come “Convivencia”: un modello a cui, ancora oggi, è possibile guardare come viatico del Villaggio Globale.
Un progetto letterario ambizioso, che unisce l’intensità della narrazione epica all’accuratezza storica, abilmente cesellato da una scrittura piacevole, incalzante e ricercata che non disdegna le variazioni del registro emotivo, il gusto della sorpresa quanto lo studio dei luoghi e dei personaggi. Un’antologia di cartoline, da un medioevo passato, che l’autore indirizza ai lettori di un medioevo presente secondo un imperscrutabile disegno metafisico. Una carrellata di quadri sullo sfondo dell’Islam, entro un mediterraneo che fa da scena ad una realtà fluida per la quale i giochi non sono ancora fatti. Un potente affresco fatto di segnali di vita, scandito da facili entusiasmi e rovinose cadute, disegnato dal vento in mille arabeschi,ora crudeli, ora di struggente poesia, nei confronti dei quali è difficile rimanere indifferenti.
Una storia, quella di Abdul al-Rahman I, che nessuno ha mai raccontato e che, da ora innanzi, nessun lettore potrà più dimenticare.